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Mr. Nautilus

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Si è fatto buio, la notte è nera e senza stelle, pioggia fine e freddo pungente. Un'ala di vento gelido fa vibrare l'oscurità del cielo che si specchia sull'asfalto lucido. Come un sommergibile Nautilus taglia il mare di inchiostro camminando solitario: cerca di capire.

 

Passo dopo passo, nel silenzio, crede di intuire cosa si nasconde dietro il silenzio di chi ama.

La superficie di vetro liquido di una pozzanghera sembra balenare di luci verdi e rosse. Alza gli occhi, un aeroplano lontano vola immobile sotto le nubi, senza rumore. Le luci sulle ali lampeggiano ad intermittenza, come un segnale morse da lassù, per lui, per fargli comprendere. Nautilus si ferma e guarda quell'oggetto appeso ad un filo invisibile, finché non svanisce inghiottito dal nulla.

Abbassa il capo e si passa una mano sugli occhi per asciugarsi dalle lacrime di pioggia, e rivede le lucine intermittenti, lucciole che gli svolazzano intorno e che si spengono una ad una, lasciandolo nuovamente solo.

Affonda le mani nelle tasche e ricomincia a camminare. Una parola gli rimbalza nella testa: “dolce”. Letta tante volte e quasi comincia a credere di esserlo davvero ... se fosse una qualità inutile, come avere una bella voce in un mondo di sordi ?

Il sommergibile si inabissa e piano piano scompare.

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