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L'Anguilla

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L’anguilla aveva subito due cacce in piena notte. Gli uomini erano arrivati silenziosi, con alti gambali di gomma e lunghe tenaglie. Lei era riuscita a sfuggire a due colpi mortali grazie alla molla interiore che la difendeva: tuffandosi sul fondo, scuotendo il fango, sgusciando e zigzagando verso i muri, raggiungendo con un balzo la finestra di Claire, appiccicandosi alla pietra, diventando scura come la notte.

 

L’anguilla aveva cercato di sporgere la testa oltre il davanzale per decifrare il silenzio che alitava denso nelle stanze di Claire. La giovane donna dormiva avvolta in una tunica gialla e sospesa in sogni inquieti perché dalla bocca le uscivano gemiti e il suo corpo era agitato da brividi che lo rendevano scomposto e desiderabile: la tunica le si apriva sul ventre chiaro, sulle lunghe gambe. L’anguilla ammirava i seni eretti che bucavano la stoffa mostrando i capezzoli selvaggi come more di rovo. Era bella e indifesa, e l’anguilla provava piacere e calma nel guardare quel corpo seminudo e sentiva il desiderio improvviso di trasformarsi nel dono di Marcus se non in Marcus stesso. E come una tenaglia sentì il morso dell’invidia.

Era passato del tempo dall’ultima volta: Claire e Marcus erano soliti incontrarsi in fondo al mare e, lontani dall’eco del mondo, ripetere i loro giochi d’amore: la loro era una sensualità sorridente, che il mare comprendeva e custodiva. Le acciughine benedivano la loro sorte beata.

Una notte Marcus si immerse come di consueto, incurante del trepidare dell’onda che sembrava nascondere un presagio. Vide Claire, i suoi capelli più lisci dell’alga, i suoi fianchi di morbida mammifera, le scapole di scoglio: “Claire, amore mio, vieni: ho costruito per te una vasca con legno di mirto dove potrai immergerti finché vorrai. E potrò viverti accanto notte e giorno” Claire si voltò e fissò Marcus con sguardo di pietra:” Non potrai mai farcela, io non ce la farò mai. Non ce la faremo mai, per questo siamo qui, insieme: perché non c'è altro posto dove andare. Non lasciare spazio alla speranza e resta qui. L'azzurro dell'acqua e i colori dei pesci rendono i sogni più belli. Spero duri per sempre." “No Claire, il nostro amore ha bisogno di vivere sotto il sole e la luna e le stelle. Le acciughine sapranno aspettarci”. Claire lentamente sfilò il vestito, Marcus non seppe resistere al suo sguardo di malia e le sfiorò le cosce con la mano, con il membro. “Disgraziato d’un Marcus, hai firmato la tua condanna. Trasformato in anguilla vivrai tutte le delizie e le nequizie del mare, mentre io abiterò nella casa che hai preparato per noi”.

Crescendo, l’anguilla imparò a conoscere i pericoli della notte, a cambiare rifugio, spostandosi da un sasso all’altro, a cercare tane fonde, a difendersi senza posa. E stabilì la sua residenza principale sotto la finestra di Claire.

Al mattino presto tutto il villaggio si svegliava. L’ultima ad aprire le finestre era Claire: buttava i capelli nell’aria per svegliarli, poi iniziava a pettinarsi lentamente, spremendo l’umido in piccole gocce che ricadevano nel mare. Le piaceva il bagno mattutino nella vasca di mirto che Marcus aveva costruito per lei.

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