La lumaca

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Un sentiero appena tracciato e poi un ponte stretto e antico, mattoni rossi e balaustra di ferro arrugginita
Il buio rischiarato dalle luci opalescenti della città nascosta dagli alberi solenni che vigilano severi

Sotto il ponte c'è un fiume, acqua marrone e tumultuosa che esplode impazzita uscendo dalle chiuse
Il boato incessante e la schiuma e i mulinelli che rapiscono lo sguardo e paralizzano i pensieri
Più avanti si intravvedono le barche ormeggiate che dondolano nelle acque già acquietate
E più lontano, laggiù, dove il fiume finisce, c'è la risposta
E' là che devo andare ma ho paura:
ci saranno due braccia aperte ad accogliermi o una porta chiusa?
ci saranno un sorriso ed un bacio o un tavolo di trattoria con una sedia sola?
ci sarà un vento tiepido a rapirmi e tenermi con sé o verrò respinto da un gelido schiaffo di bora?
La paura si muta in angoscia: e se non ci sarà nulla?
Una lumaca avanza e pare immobile, il suo percorso segnato dalla bava lucida
La prendo e lei si ritira spaventata, la tengo nel palmo della mano e dopo un istante esce dal suo rifugio e sembra fidarsi
Cammino fino dove c'è erba verde e la rilascio nel profumo di terra e pioggia
Le antenne vibrano, forse mi ringrazia, riprende il suo faticoso cammino: se ne va' via
La guardo finché scompare tra i fili d'erba e i rami strappati dal vento